La procura di Milano ha predisposto un sequestro preventivo da 8 milioni di euro per frode fiscale a carico di Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar in Triveneto, Emilia-Romagna e Lombardia. Secondo l’accusa il gruppo avrebbe creato fittizi contratti di somministrazione di manodopera per evadere Iva e contributi previdenziali. “Abbiamo sempre lavorato nel rispetto della legalità”, replica Aspiag, offrendo “la massima collaborazione alle autorità giudiziarie”
Dalla Redazione
Dopo Esselunga e GS (Carrefour), un nuovo gruppo della Gdo è finito nell’occhio del mirino della Procura milanese e del pm Paolo Storari, noto per le sue indagini sul fenomeno della cosiddetta “somministrazione illecita di manodopera” e sui “serbatoi” di lavoratori. Il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano, su disposizione del pm, ha infatti eseguito un decreto di sequestro preventivo d’urgenza per frode fiscale a carico di Aspiag Service srl, concessionaria dei marchi Despar, Interspar ed Eurospar per il Triveneto, la Lombardia e l’Emilia Romagna, con circa 250 punti vendita e 316 negozi affiliati.
Sequestro da 8 milioni
Il sequestro preventivo a carico di Aspiag Service è dell’ordine di 8 milioni di euro: secondo l’accusa il gruppo distributivo avrebbe creato fittizi contratti di somministrazione di manodopera per evadere Iva e contributi previdenziali.
In particolare, dalle indagini che hanno ricostruito la “filiera della manodopera”, è emerso che i rapporti di lavoro con la società committente sono stati schermati da società “filtro” che, a loro volta, si sarebbero avvalse di diverse società cooperative (le cosiddette “società serbatoio”), che avrebbero sistematicamente omesso il versamento dell’Iva e degli oneri di natura previdenziale e assistenziale, come riporta Rai News riprendendo la nota diffusa dal procuratore Marcello Viola.
Una “complessa frode fiscale”
Le indagini della Gdf sono state condotte con la collaborazione del Settore Contrasto Illeciti dell’Agenzia delle Entrate e hanno accertato anche l’utilizzo di presunte false fatture. Gli accertamenti hanno riguardato una “complessa frode fiscale derivante dall’utilizzo, da parte della beneficiaria finale (Aspiag Service, ndr) del meccanismo illecito di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti – si legge nella nota del procuratore – a fronte della stipula di fittizi contratti d’appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore, che ha portato all’emissione e al conseguente utilizzo dei falsi documenti”.
Nei confronti delle persone giuridiche coinvolte sono state contestate anche condotte di responsabilità amministrativa degli enti in relazione agli illeciti penali commessi dai dirigenti della società, a favore di quest’ultima.
La replica di Aspiag Service
A seguito della diffusione della notizia del sequestro preventivo, Aspiag Service ha rilasciato una nota in cui chiarisce la sua posizione. “Con riferimento alle notizie di stampa rispetto all’indagine della Procura di Milano per una accusa di presunta somministrazione illecita di manodopera – si legge nel comunicato del gruppo – Aspiag Service offre la massima collaborazione alle autorità giudiziarie, nella convinzione di aver sempre operato nel giusto e nel rispetto della legalità”. “La società – prosegue la nota – ripone la massima fiducia nel lavoro della magistratura auspicando possa essere fatta chiarezza nel più breve tempo possibile”.
Nel mirino del pm Storari
Come sopra citato, quest’ultima su Aspiag Service è una delle tante inchieste del pm Paolo Storari sui cosiddetti “serbatoi di manodopera”: un presunto sistema fraudolento attraverso cui le grandi aziende di vari settori, tra cui logistica, trasporto merci, ma anche servizi di vigilanza privata, si garantiscono tariffe altamente competitive sul mercato appaltando manodopera in modo irregolare.
La Procura di Milano, negli ultimi anni, ha già sequestrato centinaia di milioni di euro con queste indagini: a Esselunga e GS (Carrefour), ma anche a colossi come Lidl, Dhl, Brt, Securitalia, Ups, Gxo solo per citare alcuni nomi. L’ultimo caso è quello di Amazon, che è stata oggetto di un sequestro preventivo di 121 milioni di euro a luglio scorso. Le aziende coinvolte nelle indagini, poi, hanno regolarizzato con assunzioni migliaia di lavoratori e versato risarcimenti al fisco.
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